In certi sguardi o sguardi incerti, vuole essere un reportage fotografico per mettere in luce, le molteplici espressioni dello sguardo umano che sia di un adulto o di un bambino, espressioni raccolte in giro per il mondo di persone comuni, di persone capaci di trasmettere una storia, la propria storia con un semplice sorriso, dove gli occhi e l’espressività rappresentano i mezzi a in grado di stabilire un legame, una connessione con chi si ha di fronte.
Un viaggio senza meta alla ricerca di uno sguardo, uno sguardo capace di catturare l’attenzione di chi l’osserva, uno sguardo in grado di mettere in luce l’essenza dell’anima, uno sguardo in cui gli occhi parlano più di mille parole.
Lo scopo è esibire le potenzialità narrative ed espressive di un individuo in uno scatto, un fermo immagine che immortala quell’attimo.
Perché se la lingua può nascondere la verità, gli occhi mai! Modigliani stesso dipingeva tutte le sue donne senza occhi perché giurò di esplicitarli solo nel soggetto di cui sarebbe riuscito a catturare l’anima, di tanti occhi asimmetrici, diversi tra loro unica “Musa” di cui dipinse gli occhi fu la moglie.
E se gli occhi sono lo specchio dell’anima con uno sguardo si può esprimere tutto: gioia, tristezza, rabbia, disgusto, paura, sorpresa.
L’esito sarà una visione globale dell’umanità in tutte le sue sfaccettature perché se il volto è l’immagine dell’anima, gli occhi ne saranno gli interpreti.